IL “TEATRO”: scuola, educazione, divertimento

di Luigi Masseretti
Standard
teatro_01

Dai greci, dopo migliaia di anni, il teatro resiste ed è una grande passione per chi lo fa e un messaggio positivo per chi lo gusta. Anche oggi, e non solo il teatro dei professionisti, ma anche quello amatoriale, di grande valore anche come strumento educativo.

Mi sento di spendermi a favore della “filodrammatica”, a me piace chiamarla così, per la ragione, si può dire, che ho speso la vita per questa autentica passione. Un po’ del mio profilo, e un po’ di storia, costituiscono la mia ambizione per arrivare a “parlare ai ragazzi” del teatro.

Appartengo alla generazione che, nell’immediato dopoguerra, 1945/’50, da ragazzo, ho assistito alla rappresentazione di lavori da parte di filodrammatiche lecchesi pre-esistenti al 2° conflitto mondiale e alla nascita di altre nuove filodrammatiche costituitesi nell’ambito degli oratori. Era periodo, quello, che dalla riconquistata libertà, fiorivano iniziative d’ogni tipo. Io fui coinvolto da questo clima, la filodrammatica, mi appassionai e gli dedicai una vita.

Allora i teatri parrocchiali erano carenti, c’era tanta voglia, ma strutture poche, attrezzature quasi nulle, ma suppliva la creatività delle Compagnie. L’attività era limitata ad animare le feste oratoriane o della propria parrocchia; allora, a pensarci oggi sembra paradossale, si recitavano testi rigorosamente interpretati da soli uomini (o da sole donne). Questa sorta di “proibizione” della promiscuità venne in qualche modo vinta quando talune filodrammatiche presentarono spettacoli di “arte varia”, con la presenza di cantanti di ambo i sessi. Ma, nel contempo, a condizionare negativamente l’attività teatrale intervenne il cinema e, nel nostro caso, le sale cinema parrocchiali.

Negli anni ’70, finalmente, con l’avvento delle filodrammatiche promiscue, il Teatro di prosa riprese il sopravvento e l’attività divenne più continua, con l’allestimento di testi più compiuti, preparati con maggiore impegno, che favorirono perfino richieste di repliche fuori dalla parrocchia di origine. Negli anni ’80 e ’90 anche nel nostro territorio ma non solo, ci fu un proliferare di Concorsi e Rassegne, qualcuna delle quali divenne “istituzione”. Nella città di Lecco, emerge per longevità la Rassegna del Cenacolo Francescano “Una città sul palcoscenico”, giunta quest’anno alla 21ma edizione!

Le compagnie che, nel tempo, hanno partecipato a “gare” esterne, hanno tratto stimoli utili dal confronto con altre per una più accurata preparazione ed un impulso alla crescita, si può dire ormai abbastanza consolidata.

Nel corso di questi ultimi anni alcuni saloni teatro parrocchiale sono risultati inagibili rispetto alle nuove norme di legge, ostacolando parecchio l’attività, interrotta per i lavori di adeguamento. Ai giorni nostri si può dire ormai recuperata quella agibilità carente, non solo, ma nell’impegno per la ristrutturazione dei saloni si è aggiunta e ottenuta una adeguata attrezzatura dei palcoscenici, al passo coi tempi e con l’evoluzione delle nostre compagnie, così da essere in grado di rappresentare a un livello apprezzabile ogni genere di lavoro teatrale, anche emulando, forse troppo….. Compagnie professioniste. E’, quest’ultima, una ambizione artisticamente comprensibile, purchè non porti a dimenticare la nostra vera “identità” che risale all’800 e trae origine dal grande fautore del Teatro Filodrammatico negli Oratori del suo tempo che fu Don Giovanni Bosco, che definì quella attività educativa, formulando il motto “educare, divertendo” al quale sempre dovremmo ispirarci nella scelta dei testi.

Ora, pensando al futuro, credo che anche gli oratori odierni, diversi dalle origini ma pur sempre luoghi educativi per eccellenza, possano ancora esercitare un ruolo importante ed esortare i giovani, ragazzi e ragazze, a orientarsi, tra le varie attività oratoriane, verso l’impegno del teatro, filodrammatico o amatoriale che dir si voglia.

Da filodrammatico di lungo corso, consapevole per esperienza dell’impegno che questa appassionante attività comporta, voglio rassicurare i giovani che faranno questa scelta, che le soddisfazioni saranno abbondantemente superiori ai sacrifici richiesti.

Auspicando comunque che il messaggio venga accolto, esprimo a tutti i giovani un forte “In bocca al lupo”!

Qui sotto, chi legge, può esprimere liberamente commenti o critiche, sempre ben accetti.

Scrivi un tuo contributo


2 Commenti

  1. Ho letto per caso questo lungo scritto del signor Masseretti Luigi che parla di teatro. Io non sono di Lecco ma mi è capitato di vedere nel teatro del mio paese almeno due volte recitare la sua compagnia. Lo ricordo perchè si chiamava come la mia squadra del cuore, Juventus, e poi perchè erano tutti veramente bravi da fare invidia a quelli che si vedono in tv. Qui è bello perchè li vedi dal vivo, è gente come noi ma più bravi. Oggi che non sono più giovane e mi muovo poco e su internet mi diverto con un pò di fatica, faccio i complimenti a Masseretti e alla sua compagnia, continui così. Poi concordo con lui nel chiamare i giovani a fare il teatro, almeno stanno lontani dai vizi, droga e altre brutte cose.

  2. Mi associo a quelli che si divertono con il teatro amatoriale. La ragione è doppia: il teatro (ormai poco) che si vede in televisione è fatto da persone pagate, professionisti, che lavorano per quello; ecco, la prima ragione è questa, la differenza che c’è tra chi è pagato e chi lo fa in maniera volontaria. Perchè la passione si misura nel fatto che uno creda a quello che fa fino al punto di farlo gratuitamente. Se il Signor Masseretti l’avessero pagato per tutti quegli anni di impegno nel teatro, sarebbe un gran ricco, ma certamente meno soddisfatto della sua vita (dico vita perchè 50 anni spesi per quella passione sono una vita). Aggiungo il mio personale complimento a una persona come lui, anche se non mi conosce, perchè ha dato e fatto del bene a tanti ragazzi che di lui si ricorderanno.