Lo spettacolo

di Umberto Cogliati
Standard
treno con persone

Lo spettacolo, piace, non come un’evenienza cupa o grigia. Deve, o dovrebbe divertire, però tra quello e il suo contrario sono fenomeni, molti, non classificabili nel come  sopra.

La quantità, un paradigma vincente nella gara che emerge. Gruppi, numeri forti, ci sono e segnano quel pezzo di mondo che occupano senza stare nel novero del fare ridere, forse piangere questo sì.

Un treno sovraccarico di gente non importa dove va: c’è senza sapere per forza il perché, non fa ridere né piangere ma forse di più; è cosa spessa, fitta, ricorrente, sgradita magari ma abita il mondo più di un film, una rivista, una partita di calcio e si accompagna ad altre simili cose che insieme gonfiano il pianeta e non raccolgono applausi; sono tanti e sfuggono alla conta che se si facesse risulterebbero maggioranza, non l’unica, in un cimitero il numero non lo batte nessuno; aprire gli occhi, ascoltare i rumori di ogni genere ci proporrebbe tanti boccascena: un plesso scolastico, una processione religiosa, entrambi non idonei a scuotere le menti e non c’è ragione che con questi non ci sia peccato il più grave, l’indifferenza sorella del potere che spendiamo senza accorgersene, forse, ma nell’assunto che nella nostra vita c’è  un subliminale vincere senza convincere .

Che pochi esempi, pigiando il freno molti apparirebbero, fate caso a dove lo zenit  si spinge verso il tramonto, lo spazio per occupare il riposo, parola ambigua se la copriamo di case; a bizzeffe ne conosciamo giusto in quella ambiguità che le presenta. Ce ne sono abbastanza  di quelle creature che popolano quelle realtà, ivi depositando quel poco che rimane del loro cervello ma accompagnato a quel tanto che ogni giorno ti chiede il padrone del riposo, che è ma non si dice il gruzzolo accumulato a mente fervida e ora speso per il tramonto sulla montagna di soldi che giungono a quelle case dai millanta abitatori. Sembra una gran trovata ma non si sa se ai fini nobili dell’esistenza chi prevale: forse il treno pieno di persone o la funzione che porta la croce o nessuno dei tre. Una lente posta su tale mondo guardando la processione evocherà il Dio trino, perdente  al confronto del dio quattrino.

Pensate che bello: le masse sul treno e mettiamoci pure il canto dei salmi un cruccio li pervade: tutti pensano al responsabile sudore per scegliere il dio giusto mentre al vivere in riposo, si intende avanti del buon riposo, il cruccio per il Dio giusto si fatica a trovarlo: non c’è. Evviva.

Scrivi un tuo contributo