Quirinale e Governo: per chi?

di Umberto Cogliati
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Nel Paese ci sono attenzioni a dir poco incongrue: una che riguarda, dovrebbe riguardare, la pandemia, che sta producendo tanti ma tanti grattacapi, l’altra il pensiero e le sommesse battaglie per il Quirinale.

Nessuno nega che entrambe siano importanti, ma qui sembra che l’una sia indipendente dall’altra e la classe politica si comporta, chi più chi meno, come se la pandemia, fenomeno preoccupantissimo, e la scelta del nuovo Capo dello Stato non siano tra loro parenti. Invece lo sono, e strettamente! In che senso? Nel senso che la pandemia dovrebbe essere, senza ombra di dubbio, una questione così importante da produrre, in automatico, il cemento che lega tutti i partiti per provvedere, senza brutti spettacoli, alla elezione del Presidente della Repubblica.

Invece è palese che questo non è. E la scelta di un candidato al Colle accettato speditamente da tutti, non appare proprio alle viste; per quale ragione? Perché nelle forze politiche non c’è abitudine alla mediazione ma ogni partito si muove con due comportamenti: l’utilità di avere un Capo dello Stato che convenga alla propria compagine e, di conseguenza, il veto per ogni altro.

Certo, forse la sto facendo facile, eppure basterebbe acquisire l’icona di Sergio Mattarella per capire alla grande che si vuole un Presidente per tutti gli italiani, anche se, fatalmente, ogni candidato, ogni persona, si potrebbe dire, è naturalmente di parte, come lo è l’uscente Mattarella, ma nel suo caso la sua qualità, la sua intelligenza e i suoi comportamenti sono stati apprezzati da tutti, tanto che oggi  rimpiangono di non poterlo trattenere un altro po’.

Ma i partiti che abbiamo, è il caso di dire purtroppo,  sono fatti così.

Allora la scelta dovrebbe cadere su una persona con il profilo dell’uscente Mattarella e che, oltre alle sue doti già dette, non manchi di uno specchiato profilo di trasparenza e di inattaccabilità che gli italiani, il popolo, sicuramente esigono. Di più, a mio parere, alla nostra gente, basterebbe avere, forse è un paradosso, prima ancora che un Presidente capace, un Presidente onesto.

Invece al popolo è di fatto sottratta la competenza a eleggere il Capo dello Stato, che è demandata al Parlamento ma, pur scontando il principio di essere la nostra una Repubblica parlamentare, nulla vieterebbe, con le opportune modifiche costituzionali, che, per questo così importante evento, l’intero Paese chiamato al voto, formerebbe quella giusta massa critica che ci affrancherebbe dal rischio, oggi evidente, di un Parlamento indeciso o anche solo pasticcione.

Ormai ci si rende conto di come il parco degli uomini politici non offra abbondante materia  per questo scopo, e, per assurdo, dalle premesse fatte, il nome corre subito a Mario Draghi, e ciò può apparire sì assurdo ma, in quell’uomo, in aggiunta alla sua indiscussa autorevolezza, vi è la sua “neutralità” politica. E tra gli assurdi mettiamoci anche questo: si può essere di tutti a condizione di non essere di nessuno.

A questo scenario di partenza sul nome Draghi, si aggiunge, come detto, alla sua autorevolezza,   l’impronta concreta che sta dando, come Capo del Governo, a tutti gli importanti dossier aperti con l’Europa che qui evitiamo di enumerare. Autorevolezza, è il caso di soggiungere, è qualità ormai rara e sarebbe da sciocchi non approfittarne. E quando un Capo del Governo è autorevole, come nel nostro caso, significa che questa sua qualità se la trascinerebbe ovunque vada anche se, dispiace dirlo, i partiti stanno avviandosi a creargli grattacapi.

Allora proviamo a immaginare Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica; i pro e i contro.

Intanto in quel ruolo ci starebbe 7 anni; se rimanesse dov’è, Presidente del Consiglio, nessuno sa quanto e come, dopo l’evento del Quirinale ad altri personaggi diversi da lui, Draghi potrebbe rimanere nel suo attuale ruolo. Tanta incertezza e il rischio palese, di perdere il personaggio; e tale rischio si correrebbe qualunque fosse il nuovo Presidente della Repubblica.

Sulle colonne di questo Blog, un mese fa, la collega Anna Lissoni spese parole molto riflessive e argomenti fondati a favore di Marta Cartabia, e non perché si tratterebbe della prima donna Capo dello Stato, ma perché quella signora (oggi Ministro della Giustizia) rappresenta doti di competenza non comuni, è sicuramente persona specchiata ma, verosimilmente, non per sua colpa, non presenta quella autorevolezza che noi vediamo emergere in Mario Draghi.

Viene d’obbligo una domanda: con Draghi al Quirinale chi guiderà il Governo?

Il ragionamento è questo: stiamo vivendo un’epoca nella quale molte, quasi tutte, le regole della vita e della politica stanno cambiando; certo, con la complicità del covid, ma non solo; e qui, senza scomodare il presunto spettro di una Repubblica semi presidenziale, si può senz’altro affermare che, la nostra storia ce lo insegna, non tutti i Presidenti della Repubblica sono stati uguali. Tra questi almeno due, Napolitano e Scalfaro, sono stati capaci, senza stravolgere la Costituzione,  di “informare” ricorrendo al loro ruolo di Capo dello Stato. Ecco, Draghi potrebbe essere colui che stabilisce un connubio tra il ruolo di Capo dello Stato e il Governo del Paese ricorrendo a figure capaci e, non sembri eresia, che abbiano la “copertura” del Capo supremo della Nazione.

Queste ultime righe sarebbero da invocare nella nomina del prossimo Presidente del Consiglio,  qualunque Capo dello Stato vi fosse. Il dubbio che ci assale è se, col coacervo delle forze politiche che  ci troviamo, questo possa accadere.

La redazione del Blog “Liberipopolari.it”, a tutti i lettori augura Buon Anno 2022.

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Un Commento

  1. L’intervento di Umberto su Quirinale e Governo è stimolante e induce a qualche breve riflessione.Come anche lui sottolinea,sulle sue tesi-sempre puntuali-non sempre si puo’essere d’accordo.L’elezione pololare diretta del Presidente mi sembra un’utopia;non avrebbe esito diverso dalle frammentate elezioni parlamentari.L’augurio invece è che il Parlamento,al c ontrario di altre volte,sappia sorprenderci con una scelta ponderata E’ avvenuto cosi’ per il Presidente Mattarella e chi se lo aspettava? Troppo ottimismo?Ma ne abbiamo tanto bisogno.Cari auguri a piene mani per tutti. Cosi è,se vi pare.P.S.Complimenti a Giorgio per il blog:è cosi’ ben fatto che merita un utilizzo piu’ partecipato.